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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

mercoledì 21 marzo 2012

Sedia Rietveld Red&Blue - versione corretta da me sul post Pubblicato da Demetrio Luvarà DESIGN a 3/21/2012 10:18:00 AM

Sedia Rietveld Red&Blue
"Le forme limitate sono elementi particolari, infatti sono universali" – Mondrian.
T.G. Rietveld architetto olandese tra i più importanti del `900, è ispirato dalle idee elaborate dal pittore connazionale Piet Mondrian. Egli applica la sua opera allo sfalsamento geometrico asimmetrico ed alla ricerca del dialogo formale tra volumi e colori primari, secondo i principi del movimento De Stijl conosciuto anche come Neoplasticismo, ed elimina le linee curve, considerate fornite di minori possibilità delle rette poiché chiuse e finite, prediligendo le linee rette che, nell'incontro tra le verticali e le orizzontali permettono la formazione di angoli acuti.
Inoltre le linee rette possono: 
a) prolungarsi all’infinito
b) creare forze opposte in equilibrio
c) creare rettangoli o quadrati statici, ma attivi nel loro complesso (e nei loro colori e non-colori), formando un equilibrio.
Non mi vergogno di ammettere che questa è stata la mia prima esperienza di design, e sono soddisfatto del risultato ottenuto. 
Per realizzare le sedie mi sono servito di pannelli di legno di balsa che ho prima verniciate singolarmente con bombolette spray e successivamente incollate con colla tipo mastice (per i punti più critici e per creare una maggiore stabilita ho usato qualche goccia di Attack).                           

Sedia Rietveld Red&Blue

Sedia Rietveld Red&Blue
Architetto olandese tra i più importanti del `900 si ispira alle idee elaborate dal pittore connazionale Piet Mondrian che Rietveld applica alle tre dimensioni lavorando sullo sfalsamento geometrico asimmetrico e sulla ricerca del dialogo formale tra volumi e colori primari, secondo i principi del movimento De Stijl conosciuto anche come neoplasticismo


"Le forme limitate sono elementi particolari, infatti sono universali" – Mondrian.


Elimina le linee curve, considerandole con minori possibilità di quelle rette, dato che quelle sono chiuse e finite, invece queste gli permettono di formale angoli acuti, risultanti dall’incontro delle verticali con quelle orizzontali.







Inoltre le linee rette possono:
a) prolungarsi all’infinito
b) creare forze opposte in equilibrio
c) creare rettangoli o quadrati statici, ma attivi nel loro complesso (e nei loro colori e non-colori), formando un equilibrio.

Non mi vergogno di ammettere che è stata la mia prima esperienza in ambito di design, poiché sono soddisfatto del risultato ottenuto. Per realizzare le sedie mi sono servito di pannelli di balsa che ho in primo luogo tinteggiate singolarmente con bombolette spray e successivamente incollate con colla tipo mastice (per i punti più critici e per creare una maggiore stabilita ho usato qualche goccia di attack).
                                                                     
Link di riferimento:

PLASTIC BERLIN CHAIR

PLASTIC BERLIN CHAIR  
 A chair must be really important as an object, bacause my mother always told me to offer my chair to a lady . 
ETTORE SOTTSASS
Con queste parole viene spesso presentata la Nine-0 Collection, ovvero una raccolta di sedie impilabili, sgabelli e poltrone; purtroppo l'ultima, prima di morire il 31 Dicembre 2007, concepita dall'architetto e designer italiano Ettore Sottsass, e definita tale come un omaggio all'età di Ettore. 
Con l'aiuto del suo designer associato, Christopher Redfern, Sottsass ha voluto reimmaginare il classico, creando una versione contemporanea della Navy Chair, prodotta da Emeco dal 1944, per sommergibili della seconda guerra mondiale. Per darle vitalità, Sottsass, ha scelto di sostituire il metallo con l'alluminio e di disporre le sedute in poliuretano morbido, per aggiungere comfort e colore. 
Da ciò, per la seconda esercitazione relativa allo studio di un oggetto classico di design, (vedi banner specifico http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) ho deciso di reinterpretare in chiave moderna, o per meglio dire attuale, l'eterea BERLIN CHAIR, progettata dall'architetto e designer olandese Gerrit Rietveld, nel 1923: ho deciso di utilizzare dei fogli di policarbonato, al posto dell'originale legno verniciato nei colori nero, grigio e bianco, ai quali, però, ho voluto rimanere fedele, per non allontanarmi troppo dall'originale. 
con una premessa come questa l'esito del modello va illustrato, mostrato, spiegato e dimostrato: non basta scrivere: "ho deciso di reinterpretare in chiave moderna, o per meglio dire attuale, l'eterea BERLIN CHAIR"... 

Berlin Chair di Rietveld

BERLIN CHAIR  di Rietveld
I suoi mobili di legno sono una reazione al mercato dei beni di consumo dei suoi anni. Oggetti umani e semplici senza sovrapposizioni anacronistiche di stilemi vari”.   Enzo Mari
per quanto ancora dovrò ripetere che le citazioni devono essere scritte in corsivo?
L’idea dello spazio per Rietveld 
e che i nomi vanno in grassetto?
è il tema che ripercorre la sua ricerca dal 1917 al 1925, 
meglio dire:
Il cardine della ricerca di Rietveld negli anni tra il 1917 e il 1925 è l'idea dello spazio
oppure:
La ricerca di Rietveld tra gli anni 1917 - 1925 ha come cardine, come emblema, come filo conduttore, come tema fondamentale, etc etc, l'idea dello spazio
dove oggetti, foto, piante e disegni raccontano come il maestro olandese rappresentava
meglio dire: rapresentasse, o abbia rappresentato 
il suo spazio: continuo, fluido e articolabile.
qui di seguito tutto da correggere:
Costruire per Rietveld era sinonimo di creare, con vigore e rigore; la semplicità per lui significava qualità. Restò fedele all’idea di uno spazio dato dalla giustapposizione di forme semplici e dalla separazione degli elementi, anche quando mutò le linee rette in forme curve, o quando i colori primari delle prime sedie divennero tonalità pastello nelle ultime progettazioni. 
Dalle indicazioni fornite scelgo di ricostruire il modellino in scala con del cartone pressato che poi andrò a colorare con muralite per il colore bianco, stucco per il colore nero e bomboletta spray per il grigio cercando di dar una diversa colorazione e lucentezza ad ogni pezzo e assemblandolo con dei chiodi servendomi di un Dremel per non rovinar eccessivamente il legno.
Link di riferimento:

DRINKing STRAWs FOR MY…BERLIN CHAIR!



Per la seconda esercitazione, 
(vedi sito specifico http://ceciliapolidoridesignlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) ho realizzato la Berlin Chair di Rietveld.











Rigorose geometrie” e “Asimmetrie” leggo studiando i lavori già pubblicati, e pensando a come realizzare il mio prototipo decido di riproporre queste geometrie in maniera diversa. Per far ciò uso delle semplici cannucce nere e del cartoncino. Questi mi serviranno per creare gli 8 pezzi che compongono la sedia.


"Per me -ha scritto il grande architetto - il design è un modo di discutere la vita. È un
modo di discutere la società, la politica, l`erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un`industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa
sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita.”
Ettore SOTTSASS, intervista di Terry Marocco
http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/12/10/sottsass-parla-il-design/
Ho cercato di “giocare” con il design, di divertirmi nel farlo, di riproporre un pezzo di design in maniera personale dopo averlo studiato. Come dice Sottsass, non basta dare forma a un prodotto, serve che esso comunichi qualcosa poiché anche “la tecnologia è una metafora della vita”.

La Berlin Chair

                                                          
                                                                         
 Rietveld Berlin Chair è un architetto e designer olandese nato ad Utrecht nel 1888. Dopo una formazione artigiana nel laboratorio di falegnameria del padre, nel 1911 comincia ad occuparsi di architettura e contemporaneamente si dedica alla progettazione e fabbricazione di mobili. Tra le sue realizzazioni famosa è la sedia “rosso-blu” che, nell'audace scomposizione degli elementi strutturali in puri piani geometrici, sottolineati dall'uso del colore, costituisce una proposta di linguaggio architettonico che rivela un'evidente affinità con le ricerche del gruppo De Stijl. A contatto con le esperienze di Mondrian e van Doesburg, l'apporto di Rietveld è fondamentale per la poetica del neoplasticismo in campo architettonico: con processo progettuale unitario, la purezza astrattizzante dei suoi mobili (del 1919-20) si trasfonde infatti nella dimensione architettonica. Dagli arredamenti dell'ufficio Hartog a Maarssen, Utrecht (1920) e del negozio G.Z.C. ad Amsterdam (1920-22), alla celebre casa Schröder a Utrecht (1924), lo stile di Rietveld si esprime nella modulazione geometrica dello spazio ottenuta per mezzo della scansione di piani, sui quali agisce il “peso” diverso dei colori fondamentali (nero, rosso, giallo, blu e bianco). Nel 1923 realizza la sedia Berlin Chair che rappresenta forse la sua composizione più astratta e compatta. La “sedia Berlin” prende il suo nome perché è stata appositamente progettata per la sala espositiva di Rietveld e Huszar, in mostra a Berlino nel 1923. Questa sedia, che in seguito è stata spesso indicata come “la sedia tavola”, è stata eseguita con una doppia immagine speculare. Il materiale utilizzato è il legno di quercia di altissima qualità, dipinto con i colori nero, grigio e bianco. Il modello è interessante anche perché il designer  introduce con esso due nuovi elementi formali nei suoi progetti di mobili, ovvero, l’asimmetria e le costruzioni con pannelli piani.                                                                                           
Per la 2° esercitazione: (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) ho scelto di realizzare proprio la Berlin Chair.
Dopo aver ritagliato i pannelli di compensato dallo spessore di quattro mm ciascuno, li ho verniciati utilizzando tre differenti tipologie di pittura: la vernice cementite bianca; la pittura ad acqua nera; la pittura argentata. Questa scelta è stata dettata dall’ intento di voler realizzare una riproduzione del prototipo in scala che rispetti  l’originalità del modello ma nello stesso tempo conferisca un tocco di singolarità al mio lavoro. Successivamente ho assemblato i vari pezzi, utilizzando dei chiodi e la colla.
    Link di riferimento:

martedì 20 marzo 2012

RED AND BLUE TOTAL WOOD


Gerrit Thomas Rietveld
Architetto nederlandese, nato e  morto a Utrecht 1888-1964, esponente del movimento artistico e architettonico De Stijl , di cui tradusse i codici sintattici e ideali nei suoi mobili, specialmente nella celebre sedia Rood Blauwe 1917-18 nota come sedia Red and Blue. Era figlio di un artigiano ebanista, da cui ha imparato il mestiere, aprendo un proprio laboratorio nel 1911.

Come designer esplorò audaci soluzioni costruttive, quali il nodo cartesiano.
(Questo tipo di giunzione è particolarmente forte in quanto le estremità del legno mantengono la loro piena forza e richiede pochissimo tempo per realizzarla, rendendola adatta alle esigenze dei lavori moderni. Il più grande vantaggio è che dà estrema libertà nel posizionamento delle rotaie, ottenendo una sensazione di maggiore di spazio, e consentendo di staccarsi dalla superficie piana costruttiva.)
Come architetto improntò la sua produzione ai principi del movimento moderno, impegnandosi anche nella ricerca sull'edilizia popolare e sullo spazio minimo.
Sebbene Rietveld cominci a disegnare sedie intorno al 1900, il suo primo importante pezzo di design, la sedia Rood/Blauw non viene prodotta che nel 1918. Fu creata con l'intenzione di dimostrare che un oggetto valido esteticamente può essere costruito a macchina con materiali lineari.
Elementare nella struttura, essenziale nella forma, e nelle sue relazioni di linea, piano e colore, la sua severa ed otogonale geometria, e l'uso dei colori primari (rosso, giallo e blu) e dei non colori (nero, grigio e bianco), materializzano perfettamente i principi e gli ideali sintattici del movimento De Stijl cioè il totale rifiuto della realtà apparente.
Il suo design concilia la ricerca estetica con il desiderio di utilizzare i vantaggi dati da particolari materiali per una produzione economica e meccanizzata.
Durante tutta la sua carriera sperimenta nuove tecniche e nuovi materiali, dalla sedia del 1942, fatta con un solo foglio di alluminio, sino alla sedia Unesco del 1958, tutta tappezzata di gommapiuma.
Rietveld trae l'ispirazione direttamente dal materiale, come uno scultore, “ non disegnando progetti a tavolino”. Il suo design concilia la preoccupazione estetica con il desiderio di utilizzare i vantaggi dati da particolari materiali per una produzione meccanizzata ed economica.

"(Il) processo di acquisizione della conoscenza è sempre basato sul medesimo uno-due (cioè prassi-teoria, prassi-teoria corretta), in costante evoluzione... Il nocciolo della conoscenza sta in quel cruciale, cronico uno-due"
Enzo Mari, 25 modi di piantare un chiodo, Mondadori, Milano , 1 ediz., marzo 2011, pag.34
Per svolgere la terza esercitazione assegnata dalla docenza (link di riferimento: http://ceciliapolidoritwicedesign.blogspot.com) parto dalla riflessione di Enzo Mari sul metodo della conoscenza.
Inizio il mio studio dell'oggetto da riprodurre eseguendo una serie di schizzi per comprenderne le geometrie, le proporzioni, le misure e i rapporti nonché il metodo costruttivo.
Avendo in precedenza studiato la sezione aurea mi rendo conto che questo straordinario metodo matematico tratto dalla natura sta alla base anche di questo progetto.
Conosciute le proporzioni,e compreso il metodo di assemblaggio delle varie parti che costituiscono la sedia , eseguo il modello in scala 1:2 .
Inizialmente scelgo come materiale il das: la realizzazione risulta molto complicata e i tempi esecutivi molto lunghi perchè il das essendo un materiale molle a bisogno di un tempo prolungato per l'asciugatura e inoltre una volta asciugato non è abbastanza resistente ai pesi.
Questo è il primo risultato:
Per ottenere un oggetto più solido e resistente ho allora deciso di cambiare materiale e ho scelto il legno poiché era lo stesso scelto da Rietveld per la sua Red and Blue.
Dopo aver tagliato a misura gli elementi, incollato e montato il tutto ho ottenuto una sedia Red and Blue in stile total wood , e cioè tutta in legno naturale scegliendo di non colorarla con i colori originali poiché i principi fondamentali del suo design di base risultavano evidenti e chiari anche così.



Bibliografia testo e immagini:
http://www.tekno-italy.com/furniture-designers.aspx?Designer=7&Nome=Gerrit%20Thomas%20Rietveld
http://www.treccani.it/enciclopedia/gerrit-thomas-rietveld/
http://www.classexport.it/pro/Gerrit%20Thomas%20Rietveld/Rietveld.htm
http://www.takatotamagami.net/works/journey/europe/e_netherlands.html
http://barimavox.blogspot.com/2011/07/design-lust-object-no3.html
http://flairset.blogspot.com/2010/05/design-gerrit-rietveld.html
http://va312iremakdogan.wordpress.com/tag/de-stijl/
http://www.andriesvanonck.com/bamboojoint.html

Gerrit Thomas Rietveld & la BERLIN CHAIR - versione corretta da me sul post Pubblicato da Carla Bulone a 3/19/2012 08:27:00 PM


Come ormai noi tutti sappiamo quella tra Rietveld e Mondrian fu una proficua collaborazione...
Agli inizi del ‘900 compare in Olanda il movimento De Stijl o il Neoplasticismo, fondato da Theo Van Doesburg e Piet Mondrian, che propone un’arte improntata all’essenziale e che sia fondamentalmente astratta e geometrica. I riferimenti sono il cubismo con le sue linee dure e forme geometriche. Famose sono le opere di MondrianComposition with Red, Yellow and Blue (1922) o Composition with Black, Red, Gray, Yellow, and Blue (1919), dove protagoniste sono le linee rette e soprattutto i rettangoli dai colori primari (rosso, blu, giallo), che esprimono, secondo il pittore, armonia e bellezza. Le linee nere sbordano la tela e la dividono ora in quadrati ora in rettangoli, lasciati bianchi o evidenziati da un rosso acceso, giallo o blu. La pittura non è più individuale e soggettiva (principio rivendicato dagli espressionisti), ma esprime una realtà oggettiva e di conseguenza la perfezione assoluta. L’equilibrio è raggiunto dalle linee rette che prolungandosi verso l’infinito, creano forme dinamiche e forze in equilibrio.
Nel campo dell'architettura e del Design, basta immaginare un quadro di Mondrian per spiegare e visualizzare nella nostra mente l’universo e i principi che muovono l’opera di Rietveld che realizzerà Casa Schröder a Utrecht del 1924, rispettando i 16 punti teorizzati da Theo Van Doesburg, la Casa dell’autistaa Utrecht (1927/28) e le Case sull’Eramuslaan a Utrecht (1934).
Casa Schroder, Utrecht, 1924
 Casa dell’autista, Utrecht 1927/28 Case sull’Eramuslaan, Utrecht 1934
Particolare è la traduzione tridimensionale delle tele di Mondrian attraverso la produzione di oggetti d'arredo. Formatosi sin da giovane come falegname, Rietveld ha sempre lavorato come uno scultore, traendo ispirazione non dal foglio bianco ma dal materiale a disposizione e, anzi, sperimentando forme nuove e nuovi materiali unendo armonia estetica a soluzioni tecnologiche semplici ed adatte alla scala produttiva. Ricordiamo: la sua sedia Red and Bleu (1918), il Tavolino per la casa Schroeder (1922) o la Sedia Zig Zag (1934). 
Inoltre Rietveld realizzò la Berlin Chair nel 1923 in occasione della mostra Juryfreie Kunstschau a Berlino, organizzata insieme al pittore Vilmos Huszar e da l'evento la sedia prese il nome. E fu proprio quest'ultimo a chiedere a Rietveld di creare un arredo, appunto una sedia atta al completamento di un modello di camera a cui stava lavorando. La Beril Chair fu la prima sedia asimmetrica prodotta da Rietveld, realizzata in faggio laccato di alta qualità, dimensioni cm 74 x 58 x h 106, e verniciata in una gamma di grigio: dal bianco al grigio, grigio medio, al nero. In seguito venne spesso nominata come la sedia stecca o la sedia tavola, proprio per le sue caratteristiche morfologiche.
Fonti: 
http://design.webisland.net/il-de-stijl-mondrian-e-rietveld/224/
http://www.ibfor.com/index.php?p=bauhaus_designer_corbusier&l=ita&des=26
http://www.modeyes.com/?p=9704
Seguendo le indicazioni della 2° esercitazione (vedi sito web specifico delle Lezioni di design - Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) mostro le fasi del mio lavoro per la realizzazione di un modello in scala della Berlin Chair. L'altezza finale del modellino è di 40 cm: gli elementi sono stati proporzionati  seguendo i riferimenti dei disegni tecnici.
Ho scelto di utilizzare tavole di legno come materiale per il mio modellino al fine di restituire la consistenza del modello reale. Ho poi verniciato i componenti con i colori originali: nero, grigio, grigio medio e bianco, fissandoli con una mano di colla vinilica per darne lucentezza. Ho poi assemblato le parti con dei comuni chiodi.

lunedì 19 marzo 2012

Gerrit Thomas Rietveld & la BERLIN CHAIR da correggere













Come ormai noi tutti sappiamo quella tra Rietveld e Mondrian fu una proficua collaborazione...

Agli inizi del ‘900 compare in Olanda il movimento De Stijl o il Neoplasticismo, fondato da Theo Van Doesburg e Piet Mondrian, che propone un’arte improntata dall’essenziale e che sia fondamentalmente astratta e geometrica. I riferimenti sono il cubismo con le sue linee dure e forme geometriche. Famose sono le opere di Mondrian "Composition with Red, Yellow and Blue" (1922) o Composition with Black, Red, Gray, Yellow, and Blue”(1919), dove protagoniste sono le linee rette e soprattutto i rettangoli dai colori primari (rosso, blu, giallo), che esprimono, secondo il pittore, armonia e bellezza. Le linee nere sbordano la tela e la divide ora in quadrati ora in rettangoli, lasciati bianchi o evidenziati da un rosso acceso, giallo o blu. La pittura non è più individuale e soggettiva (principio rivendicato dagli espressionisti), ma esprime una realtà oggettiva e di conseguenza la perfezione assoluta. L’equilibrio è raggiunto dalle linee rette che prolungandosi verso l’infinito, creano forme dinamiche e forze in equilibrio.
Ma nel campo dell'architettura e del Design, basta immaginare un quadro di Mondrian per spiegare e visualizzare nella nostra mente l’universo e i principi che muovono l’opera di Rietveld. Per cui egli realizzerà Casa Schröder a Utrecht del 1924, rispettando i 16 punti teorizzati da Theo Van Doesburg, lo stesso per la Casa dell’autistaa Utrecht (1927/28) e le Case sull’Eramuslaan a Utrecht (1934).
Casa Schroder, Utrecht, 1924

Casa dell’autista, Utrecht 1927/28 Case sull’Eramuslaan, Utrecht 1934
Particolare,però, è la traduzione tridimensionale delle tele di Mondrian attraverso la produzione di oggetti d'arredo. Formatosi sin da giovane come falegname, Rietveld ha sempre lavorato come uno scultore, traendo ispirazione non dal foglio bianco ma dal materiale a disposizione. Anzi sperimentando forme nuove con sempre nuovi materiali per combinare la riuscita estetica con quella tecnologica e produttiva. Ricordiamo per cui: la sua sedia "Red and Bleu" (1918), il "Tavolino per la casa Schroeder" (1922) o "la Sedia Zig_Zag" (1934).

Ma in particolare, Rietveld realizzo la "Berlin Chair" nel 1923 in occasione di una mostra (la Juryfreie Kunstschau) a Berlino, organizzata insieme al pittore Vilmos Huszar e dal luogo dell'evento che poi la sedia prese il suo nome. Inoltre fu proprio quest'ultimo a chiedere a Rietveld di creare un arredo,appunto una sedia, a fine di completare un modello di camera al quale stava lavorando all'epoca appositamente per la mostra. La Beril Chair fu la prima sedia prodotta da Rietveld in modo asimmetrico, realizzata in faggio laccato di alta qualità, scegliendo la scala di grigio come colori finali: si parte dal bianco, poi grigio, grigio medio e infine il nero, nelle seguenti dimensioni cm 74 x 58 x h 106. In seguito venne spesso nominata come "la sedia stecca" o "la sedia tavola", proprio per le sue caratteristiche morfologiche.



Fonti: http://design.webisland.net/il-de-stijl-mondrian-e-rietveld/224/
http://www.ibfor.com/index.php?p=bauhaus_designer_corbusier&l=ita&des=26
http://www.modeyes.com/?p=9704

Seguendo le indicazioni forniteci per la 2° esercitazione (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) mostro le fasi del mio lavoro per la realizzazione di un modello in scala della "Berlin Chair". Secondo queste indicazioni l'altezza finale del modellino è di 40cm e i componenti sono stati ricavati seguendo le proporzioni di riferimento dei disegni tecnici. Ho scelto di utilizzare tavole di legno come materiale per il mio modellino al fine di restituire quella consistenza del modello reale. Dopodichè dipingo i componenti con i colori originali (il nero, il grigio, il grigio medio e il bianco) e li ricopro in seguito con della colla vinilica per dare lucentezza. Infine il tutto è stato assemblato con dei comuni chiodi.


parole chiave dai testi in bibliografia

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  • Giuseppe Guerreschi e Bepi Romagnoni dell'area della Nuova Figurazione - da E.M 31 (1/3 di post Pubblicato da Giuseppe Santoro a 11/11/2011 07:43:00 PM e 1/3 Pubblicato da Stefania Bella a 11/13/2011 11:01:00 AM)
  • Giò Ponti - da E.M. 15 ( 1 post Pubblicato da Domy D'amico a 11/09/2011 01:01:00 AM, 1 post Pubblicato da Enza Lacopo a 11/14/2011 08:30:00 PM e 1 post Pubblicato da Giorgio Marchetta )
  • Guzzino da E.M. - 3 (2 post Pubblicato da Francesca Varano Design Allievo a 10/28/2011 07:38:00 PM, Pubblicato da Chiara Fugazzotto a 10/28/2011 07:31:00 PM)
  • i BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers) da E.M. 16 (, 1/2 di post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/05/2011 07:56:00 PM)
  • IL CIRMOLO ( PINO CEMBRO), Pubblicato da luigi muraca a 3/04/2012 08:37:00 PM
  • il signor Gualino da E.S. - 1 (1 post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 10/29/2011 11:06:00 AM )
  • ippogrifo di Astolfo - da da E.M. 4 (3 post Pubblicato da Caterina Sposato a 10/28/2011 11:06:00 PM, Pubblicato da Francesca Varano a 10/28/2011 07:37:00 PM, Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 10/22/2011 05:13:00 PM )
  • Johann Sebastian Bach, Variazioni Goldberg - da E.M 26 (1/3 di post Pubblicato da Giovanni Durante a 11/13/2011 08:11:00 PM, 1/3 di post Pubblicato da Carlo Tebala a 11/11/2011 01:00:00 PM e 1/3 Pubblicato da SamantaModaffari a 11/11/2011 02:52:00 PM)
  • Lambretta da E.M. - 5 (1 post Pubblicato da Giusy Fazio a 10/29/2011 06:47:00 PM )
  • legno di cirmolo da E.S. - 3 (1 post Pubblicato da Domy D'amico a 10/26/2011 12:19:00 AM)
  • Leica da E.S. - 5 (2 post Pubblicato da Giusy Fazio a 10/25/2011 11:40:00 PM, Pubblicato da Federica Papalia a 11/01/2011 11:13:00 AM )
  • Malevič (K.S.) - da E.S2, 39 (1post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/04/2011 05:59:00 PM e 1 post Pubblicato da roberta.filocamo a 11/15/2011 10:46:00 PM e i post Pubblicato da Domy D'amico a 11/13/2011 10:07:00 AM
  • modus operandi - da E.M 20 (1/3 di post Pubblicato da Federica Cilea a 11/05/2011 09:05:00 AM)
  • Octave Mirbeau, Il giardino dei supplizi - da E.M 30 (1/3 di post Pubblicato da Giovanni Durante a 11/13/2011 08:11:00 PM, 1/3 di post Pubblicato da Carlo Tebala a 11/11/2011 01:00:00 PM e 1/3 di post Pubblicato da Giusy Fazio a 11/09/2011 12:31:00 AM)
  • Omero, l'Iliade e l'Odissea - da E.M 27 (1/3 post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/05/2011 01:09:00 AM, 1/3 di post Pubblicato da Francesca Varano a 11/11/2011 09:33:00 PM)
  • paradigma - da E.M 32 (2/3 di post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/11/2011 05:28:00 PM e 2/3 post Pubblicato da Francesco Di Benedetto a 11/07/2011 07:57:00 PM)
  • Platone - da E.M 29 (1/2 post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/05/2011 01:09:00 AM, 1/2 post Pubblicato da Francesca Varano a 11/11/2011 09:33:00 PM)
  • polisemica - da E.M 23 (2/3 di post Pubblicato da Davide_Basile a 11/05/2011 02:14:00 PM )
  • Puccini - da E.M. 13 (1/3 di post Pubblicato da Carlo Tebala a 11/11/2011 01:00:00 PM e (173 di post Pubblicato da Danila Punturiero a 11/12/2011 01:03:00 PM)
  • sezione aurea - da E.M 24
  • sinsemantica - da E.M 22 (1 post Pubblicato da Davide_Basile a 11/05/2011 02:14:00 PM )
  • studio "matto e disperatissimo" - da E.M 21 (1/3 post Pubblicato da Maria Chiara Grasso a 11/05/2011 01:09:00 AM)
  • stufe di ceramica a legna da E.S. - 4 (1 post Pubblicato da Lavinia Parisi a 10/30/2011 05:56:00 PM )
  • Suetin (N.M.) da E.S2, 41( 1/3 di post Pubblicato da Valeria Corea a 11/12/2011 04:36:00 PM, e 1/3 Pubblicato da Stefania Bella a 11/13/2011 11:01:00 AM e 1/3 post 1. Pubblicato da Alessia Borgia a 11/04/2011 10:33:00 PM)
  • suprematista da E.S2, 40 (2/3 di post Pubblicato da Giuseppe Santoro a 11/11/2011 07:43:00 PM, 2/3 di post Pubblicato da Valeria Corea a 11/12/2011 04:36:00 PM e 2/3 di post 1. Pubblicato da Alessia Borgia a 11/04/2011 10:33:00 PM)
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IO PROGETTO CON GLI ALLIEVI – I DESIGN WITH MY STUDENTS. Il progetto, il prototipo, non è tanto significativo in sé, quanto il fatto che sia una variante tra altre 50, 100, anche 180, realizzate contemporaneamente. Tutti noi che mostriamo le nostre anime... Insegnare design per me significa progettare insieme ad ogni mio singolo allievo, in un team di lavoro composto in corsi molto numerosi e frequentati - il mio lavoro è con circa 250-300 allievi l’anno - Il tema, lo spunto che fornisco come idea iniziale, può essere sviluppato in un'esercitazione breve o di mesi; con l'occasione progettuale cerco di offrire tutti gli stimoli, i suggerimenti e gli esempi del caso. Inoltre dalla realizzazione vera e propria dell'oggetto al vero in scala 1:1, si passa a contestualizzarlo con l'ambientazione, rendering, impaginazione, sino alla sua presentazione in book con foto, video e gadgets: quali segnalibri, t-shirt, cartoline, calendari. I materiali sono semplici da recuperare e da trasportare in aula ogni volta, e, in genere, sono riutilizzati: carta, stoffa, foglie, anche di fico d'india, rami e legni, lacci, spaghi, plastica, pezzi di vetro recuperato sulla spiaggia, etc...