
"Con i fiori siamo sempre nei guai, i vasi sono troppo piccoli o troppo corti. Ma non è colpa dei vasi. Tra l'altro, c'è ancora l'abitudine settecentesca di mandare troppi fiori. Basta un fiore per muovere l'aria." Ettore Sottsass.
Eero Saarinen ideò la Tulip Chair (che rimane sicuramente la sua creazione più famosa) nel 1940. Si tratta di una sedia girevole con struttura bianca o nera e cuscino imbottito amovibile in stoffa, pelle Giorgia, o in ecopelle Polo (nei colori bianco, nero, rosso) o Pony (nero, bianco e nero, bianco marrone e nero). La base è in fusione di alluminio, mentre il guscio è in fiberglass stampato e rinforzato.
La Tulip Chair fotografa perfettamente l'abilità dell'architetto di miscelare colori, forme e materiali e rappresenta, inoltre, il suo tentativo di risolvere il problema della base delle gambe, eliminandone la relativa confusione visiva.
Essa non è soltanto una sedia d'Autore ma un insuperabile icona di modernità, nata dall'approccio purista dell'architetto finlandese: caratterizzata dalla celebre forma a calice, enfatizzata dalla riduzione del supporto ad unico stelo centrale, proprio come un fiore, e sbocciato da materiali innovativi secondo i canoni della modernità contemporanea: unire il design di qualità alla produzione seriale attraverso oggetti domestici belli e accessibili. E bella la Tulip lo è davvero!
Quando ho studiato la prima volta le geometrie della Tulip e le sue proporzioni auree, sono rimasta affascinata dalla fine e sofisticata eleganza del profilo e dalla capacità dell'architetto di lasciarsi ispirare dalle forme presenti in natura. Ettore Sottsass, diceva che gli oggetti possono diventare strumenti di un rito esistenziale e penso che tanto stile e grazia in un arredo della vita quotidiana la renda un qualcosa squisito e sacro.
Sapere che è ispirata a un fiore dalle antichi origini orientali,
simbolo dell'amore, della passione, mi ricorda i colori accesi dei tramonti, dei profumi, dei cibi che lo stesso Sottsass tanto amava.
E' per questo che la mia scelta di riproporre uno degli oggetti di design classico indicati nella seconda esercitazione (vedi sito specifico http://ceciliapolidoridesignlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) è ricaduta proprio su questa sedia.
Per prima cosa studio e ridisegno separatamente ogni parte della sedia. In seguito trasferisco in digitale lo schema per l'acquisizione del modellino analogico.
Per realizzare lo stelo, utilizzo il cartoncino. Con il Das creo le forme curve e per ottenere una superficie perfettamente liscia, stendo uno strato di stucco, che successivamente levigo con la carta abrasiva.
Per la corolla invece, utilizzo una rete metallica che ritaglio e piego. Come per lo stelo, utilizzo il Das per le curve della seduta, e per ottenere una superficie liscia applico questa volta uno strato di gesso.
"I petali dei fiori stanno all'India come i giornali vecchi e le scatole vuote e le latte e le auto fuori uso stanno all'America."
Ettore Sottsass, Viaggio a Oriente, "Domus", Milano, n. 396,novembre 1962.
"I colori ormai non sono più pigmenti, sono luci. Noi viviamo almeno il sessanta per cento della nostra giornata in mezzo a luci colorate... I casi sono due: o ci spariamo, perchè non sopportiamo questa disumanità del paesaggio che ci circonda oppure ci vien voglia di capire che cosa possiamo farne." Ettore Sottsass (intervista per la trasmissione Ultrafragola2, su Cult Network-SKY)
"Concepisci una cosa considerandola sempre nel suo contesto più ampio - una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa in un quartiere, un quartiere nel piano di una città." Eero Saarinen