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capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

venerdì 13 gennaio 2012

Riproduzione in scala della Chaise Longue à réglage continu (LC4) di Le Corbusier

"Provavo come un forsennato finendo sempre mezzo morto perchè tutta l'energia che avevo nel corpo la consumavo a fare arrivare qualcosa di ignoto sulla carta o sul legno.
Così mi aveva insegnato il mio eccezionale amico Spazzapan: «Quello che c'è di ignoto nella vita uno ce l'ha nascosto dentro chissà dove. Per trovarlo, per farlo apparire, bisogna raccogliere tutta l'energia a disposizione e lasciarla andare improvvisamente in una paurosa esplosione». Quello che resta quando il fuoco se n'è andato, quello è l'ignoto che ti resta nelle mani.
L'ignoto è apparso sulla carta, l'ignoto è apparso sul legno, l'ignoto è apparso e tu sei sparito, esausto".
ETTORE SOTTSASS, Scritto di notte , ediz. Adelphi, Milano, ottobre 2010, 2 °ediz., pag.145-146.

Queste parole di Sottsas rispecchiano, più o meno, il percorso che mi ha portato alla realizzazione della mia riproduzione della Chaise Longue di Le Corbusier. L'ignoto, nel mio caso, è stato il come e con che cosa realizzarla, visto che "Con il ferro.." o con altri metalli "..non avevo alcuna dimestichezza". Per trovare l'ignoto ho povato a raccogliere tutta l'energia a disposizione, finchè, provando come una forsennata su carta, cartoncini, stoffa, ecc.. l'ingnoto è apparso nella materia del mio modellino.

La Chaise longue à réglage continu è stata progettata da Le Corbusier con Pierre Jenneret e Charlotte Perriand, prodotta dalla Thonet nel 1928 e successivamente riscoperta dalle redizioni Cassina nel 1965. Questa sedia è la rappresentazione ideale dell'ossessione di Le Corbusier per il rispetto della morfologia e del benessere del corpo umano. essa infatti richama la figura umana sdraiata ed è concepita per essere una vera e propria "macchina da riposo".
È costituita da una culla superiore in acciaio tubolare, appoggiata su un cavalletto di acciaio, in modo da poter variare inclinazione.
Le Corbusier, Chaise Longue à réglage continu, produz. Cassina

Processo di realizzazione del modello in scala 1:4.

1. Realizzazione del modello in Autocad: per elaborarlo ho utilizzato il materiale fornito dalla prof. Cecilia Polidori, http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html  Mi è servito a comprenderne al meglio parti e misure.

 
2. Realizzazione della culla: ho utilizzato del poliplat da 5mm, dal quale, aiutandomi con i disegni, ho ritagliato le sagome che poi ho unito fino a formare un corpo unico che ho ricoperto con dello scotch di carta per rinforzare e impermeabilizzare. In seguito ho ricoperto la struttura con cartapesta (colla vinilica e carta igienica), cercando di renderla il più possibile a sezione circolare. Per la verniciatura ho utilizzato dello spray acrilico cromato. Infine, come base per il materassino, ho applicato della fettuccia elastica nera di 5mm con delle spillette per cucitrici modificate.
 3. Realizzazione del piedistallo: Ho utilizzato del cartoncino da 1mm e del poliplat da 10mm. Una volta ritagliate, scartavetrate e incollate le parti l'ho verniciato con dello spay acrilico nero.
 4. Realizzazione di materassino e cuscino: il materiale utilizzato è della vilpelle nera cucita in parte a macchina in parte a mano e imbottita con della spugna sintetica.
Una volta messe insieme le parti ecco il risultato finale:

Fonti:
Come sfondo alle foto vi sono schizzi di Le Corbusier presi da:
Insieme alle foto, invece, vi sono i disegni di brevetto della Chaise Longue presi da:
A cura di VANDO PAGLIARDINI, I protagonosti del design, Le Corbusier con Pierre Jenneret e Charlotte Perriand, ediz. Hachette, Milano, 2011, 1°ediz., pg.43.
http://www.cassina.com/portal/page/portal/UI/webpages/cassina/catalogue/product?p=code:CS_004;is_finder_result:1&lang=it

martedì 10 gennaio 2012

La “Berlin Chair” di Gerrit Rietveld

Gerrit Thomas Rietveld (Utrech, 24 giugno 1888 – Utrech, 25 giugno 1964) è stato un architetto e artigiano olandese. Fu tra i principali esponenti del neoplasticismo nel campo dell’architettura e del design. Architetto olandese tra i più importanti del ‘900 si ispira alle idee elaborate dal pittore connazionale Piet Mondrian che Rietveld applica alle tre dimensioni lavorando sullo sfalsamento geometrico asimmetrico e sulla ricerca del dialogo formale tra i volumi e colori primari, secondo i principi del movimento De Stijl conosciuto anche come neoplasticismo.
Essendo un falegname lavorò intensamente nella produzione di arredi e mobili. Nel 1923 Rietveld progetta la “Berlin Chair”, un modello di sedia, per una mostra a Berlino.

Egli produsse quello che è praticamente una scultura di De Stijl in una edizione senza limiti, con tutte le caratteristiche giustapposizione di piani nello spazio e sottile differenziazione di parti utilizzando vari grigi, con le dimensioni di cm 74 x 58 x h 106.
Per la 2a esercitazione (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons:http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) ho scelto di realizzare proprio la Berlin Chair” di Rietveld con degli stecchini in legno.
Il primo passo è stato quello di studiare e capire, attraverso il disegno, i diversi elementi che caratterizzano la sedia.
Riportando le misure sugli stecchini li ho tagliati con un taglierino assemblandoli tra di loro con l’utilizzo della colla vinilica, ricavando tutti gli otto elementi che caratterizzano la sedia; inoltre all’interno di essi ho inserito del compensato, tagliato su misura, conferendo così ai diversi elementi più resistenza.


Link di riferimento bibliografici:

Link di riferimento immagini:
http://www.markanto.de/product_info.php?language=en&products_id=895


lunedì 9 gennaio 2012

Berlin Chair: esempio di design artigiano

Gerrit Thomas Rietveld è uno dei principali esponenti del Neoplasticismo, un movimento artistico che nasce intorno al 1914. Egli  si ispira molto  alle idee elaborate dal pittore Piet Mondrian applicandole al tridimensionale, creando così architetture dinamiche per mezzo di superfici asimettriche e sfalsate. Rietvield nella sua produzione architettonica trasforma tutto in lastre orizzontali e verticali che ricomposte tra loro generano un nuovo concetto d’involucro e bucatura facendo scomparire così la gerarchia tra le parti.
Durante la sua vita Rietveld si dedicò sopratutto alla produzione di arredi e mobili,  attraverso i quali dimostrò la possibilità di un’organizzazione architettonica aperta. L'asimmetria e la costruzione con superfici, elementi che lo contraddistinguono, vengono perfettamente sintetizzati nella famosa Berlin chair.
La Berlinese è stata progettata appositamente per la sala espositiva di Rietveld e Huszar a Berlino nel1923. Questa sedia asimmetrica (il cui primo  progetto risale al 1923) è ora realizzata secondo il suo ultimo disegno. Il materiale che utilizza è legno di quercia di altissima qualità che viene poi dipinto con i colori nero, grigio e bianco.
“Il progetto deve essere semplice e pensato con le mani”
                                                                                                                                  Gerrit Rietveld
Infatti la ricerca architettonica di Rietveld si basava sulla sperimentazione, e proprio da questa sperimentazione sono partita per comprendere la costruzione della Berlinese.

Perciò comincio ad osservare e studiare un celebre quadro di Mondrian, pittore che ha influenzato molto la produzione di Rietveld. Da questo passo alla Berlinese, scomponendo, analizzando e ricomponendo gli otto elementi  di cui è costituita.      
Per verificare il corretto dimensionamento degli elementi dalla carta passo al digitale. Progetto il modello tridimensionale della sedia.
Una volta analizzato e conosciuto l’oggetto, il passo successivo è quello della costruzione.
Bibliografia di riferimento
K. Frampton, Storia dell’architettura moderna, 4° ediz., Zanichelli, Bologna 2008, cap. 16 pag. 164
Link immagini Casa Schroder

parole chiave dai testi in bibliografia

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IO PROGETTO CON GLI ALLIEVI – I DESIGN WITH MY STUDENTS. Il progetto, il prototipo, non è tanto significativo in sé, quanto il fatto che sia una variante tra altre 50, 100, anche 180, realizzate contemporaneamente. Tutti noi che mostriamo le nostre anime... Insegnare design per me significa progettare insieme ad ogni mio singolo allievo, in un team di lavoro composto in corsi molto numerosi e frequentati - il mio lavoro è con circa 250-300 allievi l’anno - Il tema, lo spunto che fornisco come idea iniziale, può essere sviluppato in un'esercitazione breve o di mesi; con l'occasione progettuale cerco di offrire tutti gli stimoli, i suggerimenti e gli esempi del caso. Inoltre dalla realizzazione vera e propria dell'oggetto al vero in scala 1:1, si passa a contestualizzarlo con l'ambientazione, rendering, impaginazione, sino alla sua presentazione in book con foto, video e gadgets: quali segnalibri, t-shirt, cartoline, calendari. I materiali sono semplici da recuperare e da trasportare in aula ogni volta, e, in genere, sono riutilizzati: carta, stoffa, foglie, anche di fico d'india, rami e legni, lacci, spaghi, plastica, pezzi di vetro recuperato sulla spiaggia, etc...