one la sezione aurea assurge al ruolo di Archetipo
o per dirla platonicamente di Paradigma, modello, esempio che può
guidare la mano del designer e dell’architetto nella progettazione “Dal cucchiaio alla città”, identificando un metodo progettuale che è indifferenziato, meticoloso, attento ai bisogni reali connesi ad ogni ambito della domanda umana. La sezione aurea diventa così una figura
sinsemantica della progettazione che, aldilà dell’astrazione concettuale che rappresenta, diventa realmente utile se applicata alla ricerca di quelle risposte che il designer e l’architetto devono fornire.
Non c’è da
stupirsi se Phidias(Fidia) se ne sia servito per la progettazione del
Partenone, ricordando comunque che il tempio greco nell’articolazione delle sue
componenti strutturali ha il suo fondamento nell’osservazione della natura, o
ancora che Leon Battista Alberti(1404-1472) l’abbia utilizzata per la composizione della facciata del Tempio Malatestiano, o che se ne ritraccino le tracce nella facciata del Battistero di Firenze, e il motivo fondamentale di tutto ciò è che “la bella architettura imita la bella natura”, cioè quella legge che sta alla
base della natura, quella “Divina Proportione” di cui parla Luca Pacioli nel suo trattato (1498). Se pertanto tale modello di perfezione risiede nella natura, è logico pensare che risieda anche nell’uomo che è il fine della natura stessa; partendo da questo principio in tempi più vicini a noi Le Corbusier sviluppa il Modulor. Il concetto si iscrive nella lunga tradizione dei trattatisti rinascimentali e viene descritto come “una gamma di m
isure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura e alle cose meccaniche”,con lo scopo di risolvere i moderni problemi della standardizzazione, normalizzazione, industrializzazione verso una nuova scala dimensionale che egli approfondisce attraverso il gioco dei rettangoli,onde dimostrarne la versatilità compositiva,al punto che egli utilizza la
sezione aurea ache per la redazione del progetto della sua Villa a Garches.
Sulla medesima base concettu
ale si fondano anche i principi dell’Existenzminimum, che utilizza gli standard minimi sufficienti per garantire l’esistenza umana,senza sprecare spazio o energie. Negli stessi anni si trova traccia della sezione nelle teorizzazioni di Malevic e dell’avanguardia suprematista, laddove l’arte rivendica la propria oggettività attraverso l’utilizzo di forme geometriche pure. Proprio per questo molte delle figure rappresentate nei quadri suprematisti fanno ricorso alle
proporzioni auree, l’ideale della perfezione oggettiva, tuttavia rintracciabile nella natura. Nel design più o meno contemporaneo non è difficile notare
il riferimento alla sezione aurea, nella progettazione di mobili e oggetti che hanno avuto spiccate caratteristiche di utilità ed ergonomia,per esempio la Lambretta( ricordiamo che Le
C
orbusier parla del Modulor come di qualcosa “applicabile…alle cose meccaniche), LC4 di Le Corbusier o ancora il lampadario
Artichoke di
Poul Hanningsen, il quale per la sua forma trae ispirazione dalla geometria frattale naturale del carciofo. In campo cinematografico oltre ai già citati Blade Runner e 2001: Odissea nello spazio, un altro film che fa riferimento alla sezione aurea per il suo sviluppo è
La corazzata Potem kin di Sergej Mikhajlovic Ejzenstejn.