
Come ormai noi tutti sappiamo quella tra Rietveld e Mondrian fu una proficua collaborazione...
Agli inizi del ‘900 compare in Olanda il movimento
De Stijl o il
Neoplasticismo, fondato da
Theo Van Doesburg e
Piet Mondrian, che propone un’arte improntata dall’essenziale e che sia fondamentalmente astratta e geometrica. I riferimenti sono il cubismo con le sue linee dure e forme geometriche. Famose sono le opere di Mondrian
"Composition with Red, Yellow and Blue" (1922) o
“
Composition with Black, Red, Gray, Yellow, and Blue”” (1919),
dove protagoniste sono le linee rette e soprattutto i rettangoli dai colori primari (rosso, blu, giallo), che esprimono, secondo il pittore, armonia e bellezza. Le linee nere sbordano la tela e la divide ora in quadrati ora in rettangoli, lasciati bianchi o evidenziati da un rosso acceso, giallo o blu.
La pittura non è più individuale e soggettiva (principio rivendicato dagli espressionisti), ma esprime una realtà oggettiva e di conseguenza la perfezione assoluta. L’equilibrio è raggiunto dalle linee rette che prolungandosi verso l’infinito, creano forme dinamiche e forze in equilibrio.
Ma nel campo dell'architettura e del Design, basta immaginare un quadro di Mondrian per spiegare e visualizzare nella nostra mente l’universo e i principi che muovono l’opera di Rietveld. Per cui egli realizzerà Casa Schröder a Utrecht del 1924, rispettando i 16 punti teorizzati da Theo Van Doesburg, lo stesso per la Casa dell’autistaa Utrecht (1927/28) e le Case sull’Eramuslaan a Utrecht (1934).
Casa Schroder, Utrecht, 1924
Casa dell’autista, Utrecht 1927/28 Case sull’Eramuslaan, Utrecht 1934
Particolare,però, è la traduzione tridimensionale delle tele di Mondrian attraverso la produzione di oggetti d'arredo. Formatosi sin da giovane come falegname, Rietveld ha sempre lavorato come uno scultore, traendo ispirazione non dal foglio bianco ma dal materiale a disposizione. Anzi sperimentando forme nuove con sempre nuovi materiali per combinare la riuscita estetica con quella tecnologica e produttiva. Ricordiamo per cui: la sua sedia "Red and Bleu" (1918), il "Tavolino per la casa Schroeder" (1922) o "la Sedia Zig_Zag" (1934).

Ma in particolare, Rietveld realizzo la "Berlin Chair" nel 1923 in occasione di una mostra (la Juryfreie Kunstschau) a Berlino, organizzata insieme al pittore Vilmos Huszar e dal luogo dell'evento che poi la sedia prese il suo nome. Inoltre fu proprio quest'ultimo a chiedere a Rietveld di creare un arredo,appunto una sedia, a fine di completare un modello di camera al quale stava lavorando all'epoca appositamente per la mostra. La Beril Chair fu la prima sedia prodotta da Rietveld in modo asimmetrico, realizzata in faggio laccato di alta qualità, scegliendo la scala di grigio come colori finali: si parte dal bianco, poi grigio, grigio medio e infine il nero, nelle seguenti dimensioni cm 74 x 58 x h 106. In seguito venne spesso nominata come "la sedia stecca" o "la sedia tavola", proprio per le sue caratteristiche morfologiche.
Fonti: http://design.webisland.net/il-de-stijl-mondrian-e-rietveld/224/
http://www.ibfor.com/index.php?p=bauhaus_designer_corbusier&l=ita&des=26
http://www.modeyes.com/?p=9704
Seguendo le indicazioni forniteci per la 2° esercitazione (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design" -Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) mostro le fasi del mio lavoro per la realizzazione di un modello in scala della "Berlin Chair". Secondo queste indicazioni l'altezza finale del modellino è di 40cm e i componenti sono stati ricavati seguendo le proporzioni di riferimento dei disegni tecnici. Ho scelto di utilizzare tavole di legno come materiale per il mio modellino al fine di restituire quella consistenza del modello reale. Dopodichè dipingo i componenti con i colori originali (il nero, il grigio, il grigio medio e il bianco) e li ricopro in seguito con della colla vinilica per dare lucentezza. Infine il tutto è stato assemblato con dei comuni chiodi.
