Rietveld Berlin Chair è un architetto e designer olandese nato ad Utrecht nel 1888. Dopo una formazione artigiana nel laboratorio di falegnameria del padre, nel 1911 comincia ad occuparsi di architettura e contemporaneamente si dedica alla progettazione e fabbricazione di mobili. Tra le sue realizzazioni famosa è la sedia “rosso-blu” che, nell'audace scomposizione degli elementi strutturali in puri piani geometrici, sottolineati dall'uso del colore, costituisce una proposta di linguaggio architettonico che rivela un'evidente affinità con le ricerche del gruppo De Stijl. A contatto con le esperienze di Mondrian e van Doesburg, l'apporto di Rietveld è fondamentale per la poetica del neoplasticismo in campo architettonico: con processo progettuale unitario, la purezza astrattizzante dei suoi mobili (del 1919-20) si trasfonde infatti nella dimensione architettonica. Dagli arredamenti dell'ufficio Hartog a Maarssen, Utrecht (1920) e del negozio G.Z.C. ad Amsterdam (1920-22), alla celebre casa Schröder a Utrecht (1924), lo stile di Rietveld si esprime nella modulazione geometrica dello spazio ottenuta per mezzo della scansione di piani, sui quali agisce il “peso” diverso dei colori fondamentali (nero, rosso, giallo, blu e bianco). Nel 1923 realizza la sedia Berlin Chair che rappresenta forse la sua composizione più astratta e compatta. La “sedia Berlin” prende il suo nome perché è stata appositamente progettata per la sala espositiva di Rietveld e Huszar, in mostra a Berlino nel 1923. Questa sedia, che in seguito è stata spesso indicata come “la sedia tavola”, è stata eseguita con una doppia immagine speculare. Il materiale utilizzato è il legno di quercia di altissima qualità, dipinto con i colori nero, grigio e bianco. Il modello è interessante anche perché il designer introduce con esso due nuovi elementi formali nei suoi progetti di mobili, ovvero, l’asimmetria e le costruzioni con pannelli piani.
Dopo aver ritagliato i pannelli di compensato dallo spessore di quattro mm ciascuno, li ho verniciati utilizzando tre differenti tipologie di pittura: la vernice cementite bianca; la pittura ad acqua nera; la pittura argentata. Questa scelta è stata dettata dall’ intento di voler realizzare una riproduzione del prototipo in scala che rispetti l’originalità del modello ma nello stesso tempo conferisca un tocco di singolarità al mio lavoro. Successivamente ho assemblato i vari pezzi, utilizzando dei chiodi e la colla.