"Sette anni di studio matto e disperatissimo": sono queste le parole con cui Giacomo Leopardi descrive il periodo trascorso tra il 1809 e il 1816 nella ricca biblioteca paterna, che consentirà alla sua cultura una vastità e una sicurezza straordinarie, a prezzo però di irreparabili danni alla sua struttura fisica. Dedicandosi giorno e notte allo studio e alla scrittura, Leopardi imparò perfettamente il latino e, senza aiuto di maestri, il greco e l'ebraico e, seppur in modo più sommario, francese, sanscrito e inglese. Sempre in questi anni compone le sue prime opere, dimostra un grande interesse per la filologia e si esercita con la traduzione di alcuni classici."La ricerca dell'essenziale diventa la mia ossessione. Una molla che scatta se leggo Omero e inizio a riflettere su come l'Iliade e l'Odissea siano nate dalla trascrizione di poemi sulla storia dell'uomo e di miti delle origini tramandati a voce da antichi cantori che, di volta in volta, ne hanno limato i versi, introducendo una parola più esatta al posto della precedente."

La poesia, a causa della sua funzione didascalica, rappresenta agli occhi di Platone un notevole pericolo: proprio la poesia è, infatti, lontana dall’arte e non ha nulla da insegnare a chi ascolta. Essa, infatti, è ingannatrice e non fa che ottenebrare la mente di chi la sente suscitando passioni irragionevoli. Essa deve essere abbandonata come deposito della cultura perché, essendo ispirata dal dio non comporta nessuna vera scienza umana, nessun vero insegnamento.Il filosofo greco Platone si colloca del resto in un periodo critico della storia greca (IV sec. a.C.) che corrisponde al tramonto dell'età di Pericle, una fase delicata di cambiamento politico e sociale. Anche per questa ragione egli avverte la necessità di una rifondazione generale dell'esistenza umana, esplicitando un interesse pedagogico connesso a quello politico (la Repubblica come modello ideale di comunità politica e la filosofia al potere) e gnoseologico (elaborazione della teoria delle idee).
Per Platone esiste una realtà immutabile ed eterna, che è fondamento e causa della realtà sensibile e che é conoscibile da parte dell'uomo. Esiste "il bene" come supremo valore e "il giusto" é considerabile come la norma morale dell'agire.
Di fronte al relativismo sofistico, Platone sostiene la necessità di giungere a un sapere che sia risposta autentica alle domande dell'uomo, quindi a una filosofia intesa come sapienza e conquista del vero.
http://it.wikipedia.org/wiki/Iliade
http://it.wikipedia.org/wiki/Ione_(dialogo)
http://it.wikipedia.org/wiki/File:William-Adolphe_Bouguereau_(1825-1905)_-_Homer_and_his_Guide_(1874).jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Plato-raphael.jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c6/Leopardi,_Giacomo_(1798-1837)_-_ritr._A_Ferrazzi,_Recanati,_casa_Leopardi.jpg/
