Malevic vuole arrivare ad un’arte ‘leggera’, libera da raffigurazioni concrete, cinetica e forse, in definitiva, invisibile. "Solo quando rimuoveremo dalla coscienza l’abitudine di vedere nei dipinti cantucci di natura, Madonne e Veneri, potremo fare l’esperienza di un mondo puramente pittorico. Io ho trasformato me stesso nello zero della forma, mi sono tirato fuori dalla fetida palude dell’arte accademica". Con queste parole K. Malevic, pittore, poeta e teorico, apriva il suo Manifesto Suprematista.
Malevič toccò diversi movimenti pittorici; naturalismo, simbolismo, primitivismo, impressionismo, cubismo e futurismo, ma è grazie a questi ultimi due che l’artista è potuto giungere al Suprematismo della pittura, al trionfo visivo riportato dall’essenzialità delle forme prodotte dalla ragione creatrice.
Infatti la radice cubista, tra le varie sperimentazione dell’artista, è fondamentale nello sviluppo dell’arte di Malevič, in quanto, attraverso l’annientamento dell’oggetto, si intraprende un percorso che conduce alla pittura pura; infatti i cubisti, grazie all’atomizzazione e alla polverizzazione dell’oggetto, sono andati oltre il campo figurativo e a partire da quel momento è iniziata una cultura puramente pittorica. Infatti Malevič dichiara di aver compreso come la cultura pittorica debba passare attraverso la non-oggettività, attraverso un percorso che non offre forme già pronte.
Con il termine Suprematismo accompagnato dall’aggettivo ‘non oggettivo’, Malevič vuole sottolineare l’essenza ontologica della sua pittura, affermando la supremazia della pittura pura capace di pervenire a un nuovo stadio dell’esistenza “ qualunque piano della pittura è più vivo di un volto in cui campeggiano due occhi e un sorriso”, questo significa che per l’artista l’arte non appartiene al dominio del percepibile e che la pittura ha definitivamente abbandonato il visibile: il realismo riconosceva un’identità tra la cosa e il visibile. Malevič ha infranto tale identità.
Il suprematismo veniva diviso, in sostanza, in tre fasi o periodi: "Il suprematismo nel suo sviluppo storico ebbe tre stadi, nero, colorato e bianco", scriveva il pittore nel libro: "Suprematismo. 34 disegni" (Vitebsk, 1920). La fase "nera" cominciava con tre forme: quadrato, croce e cerchio. Il quadrato nero divenne l’immagine primigenia e da questo attraverso scissioni e trasformazioni si formavano le successive composizioni. Dal quadrato, quindi, attraverso slittamenti e spostamenti, si formava la croce; poi quello stesso quadrato, ruotando intorno al proprio centro geometrico, diventava un cerchio.
Il Quadrato nero fu definito da Malevic come lo zero delle forme, l’elemento base del mondo e dell’esistenza. Diventa, così, il simbolo di un’esistenza diversa, non-oggettiva, completamente libera dalla materialità dell’esistenza terrena.
Per Suprematismo, Malevic intende quindi, la supremazia della sensibilità pura: un’arte non-oggettiva, non descrittiva, puramente spirituale e contemplativa delle ragioni del colore.
Bibliografia: http://www.centroarte.com/Malevic%20Kazimir.htm; http://www.artgalleryinrome.eu/Malevic.html; http://www.confidenzialmente.com/racconti/k.s.malevic_samorodok.htm; www.unipa.it/~estetica/download/DiGiacomo.pdf; www.unipa.it/~estetica/download/DiGiacomo.pdf
Per le immagini: http://whirledview.typepad.com/whirledview/2008/01/russia-watching.html; http://www.studioeraarte.it/simona_capitolo10.html;