"... nella grande città, cioè Torino che allora sembrava una città molto progredita per via della FIAT e di un miliardario che si chiamava signor Gualino.
Il signor Gualino aveva fatto costruire un lungo edificio sulla collina per farne un museo di arte moderna - cioè contemporanea- ma il signor Gualino, banchiere, aveva il difetto di essere antifascista e allora, non so come, se ne é andato da Torino. Il lungo edificio color arancio è rimasto sulla collina, non finito, abbandonato... Mi dicevano sottovoce che nel tempo che era rimasto in città, il signo Gualino aveva anche fatto venire i balletti russi... e le scene di Bakst."
Ettore Sottsass, Scritto di notte, ediz. Adelphi, Milano, maggio 2010, 1a ediz. pag.14- 15
Uomo d’affari estroso, finanziere creativo, capitalista audace, mecenate di stampo antico, Riccardo Gualino é considerato uno dei più importanti imprenditori dell’Italia del 900.
Immagine: Giancarlo Dall'Armi, Ritratto di Riccardo Gualino e figlia a Cereseto, circa 1925, gelatina bromuro d'argento
(Fototeca, Collezione Dall'Armi).
Nato a Biella nel 1879, fu tra i primi a intuire le possibilità di sviluppo dell'industria bellica fondando la SNIA, società di navigazione per il trasporto di carbone, poi convertita in Snia-Viscosa per la produzione di filati artificiali. Ebbe un ruolo importante anche nella Fiat, di cui fu anche vicepresidente. Operò in campo bancario (BAI, Banca Agricola Italiana) e cinematografico (Lux).
Ma la cosa che sicuramente amava di più era l’arte e la promozione delle manifestazioni artistiche, delle quali fu apprezzato mecenate. Raccolse un'importante collezione di arte antica che passò poi alla Galleria Sabauda di Torino. Contribuì in modo determinante nel 1929 alla nascita del famoso “Gruppo dei Sei di Torino”, composto da sei artisti e caratterizzato da un clima di grande libertà espressiva, in aperto contrasto con l'arte voluta dal fascismo.
Gualino è ancora oggi moderno perché cercò di svincolarsi dal rigido controllo statale dando una spinta a liberare forze e idee nuove verso scelte e visioni lungimiranti. Dotato della capacità di intuire gli sviluppi futuri e ogni tipo di businnes, di guardare ai paesi dell’Est Europeo anni prima degli altri, di trasmettere una grande carica di ottimismo, Gualino si fece promotore di un modello di sviluppo e di ammodernamento di impronta liberale che spazzasse via i resti di una cultura aristocratica e conservatrice largamente presente nella Torino e nell’Italia di quegli anni. Fu quello che si direbbe oggi un “vero riformista”.
La crisi del 1929 trovò Riccardo Gualino eccessivamente esposto in speculazioni finanziarie. Avverso al fascismo, non fu aiutato dal governo a superare il crollo del suo impero finanziario ed industriale e fu inviato al confino a Lipari con l'accusa di bancarotta fraudolenta.
A Torino la testimonianza più evidente della sua presenza e della sua opera é la villa omonima, oggi sede di prestigiose istituzioni, che l’imprenditore fece costruire sulla collina torinese, prima degli anni dolorosi del confino.
Villa Gualino, Busiri Vici, Torino
Link di riferimento testo:
http://traspi.net/notizia.asp?idnotizia=8458
http://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Gualino
Immagini tratte da:
http://www.comune.torino.it/archiviostorico/mostre/antologia_immagini_2004/img/gual.jpg
http://www.sonorica.com/v2/foto/736000/733158/64518/520/520/300/494121.jpg