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giovedì 16 febbraio 2012

Modello Berlin Chair


Gerrit Thomas Rietveld, Utrecht, 1888 - Utrecht, 1964, sebbene inizi a disegnare sedie intorno al 1900, il suo primo importante pezzo di design, la sedia Rood/Blauw non viene prodotta che nel 1918. Fu creata con l'intenzione di dimostrare che un oggetto valido esteticamente può essere costruito a macchina con materiali lineari. La sua severa ed angolata geometria, e l'uso dei colori primari è perfettamente in armonia con i principi del "De Stijl" anche con design tipo la "sedia di Berlino" e la "serie militare". Il suo design concilia la ricerca estetica con il desiderio di utilizzare i vantaggi dati da particolari materiali per una produzione economica e meccanizzata.
Nel 1923 ha lavorato con il pittore Huszar Vilmos al progetto di un modello di camera - per ottenere un ambiente "totalmente neoplastico" - per la Kunsthau Juryfreie, una mostra d'arte a Berlino. 
Questa sedia rappresenta il primo esempio di composizione asimmetrica. Gli elementi tradizionali - gambe, braccioli, seduta e schienale - sono stati abbandonati in favore di
un sistema di piani interconnessi, in modo asimmetrico equilibrato. Il bracciolo è abbastanza ampio per servire come una tabella. Ogni elemento è monoscromatico, la tavolozza ridotta a nero, bianco e grigio. Gli elementi planari della sedia sono state dipinti in grigio neutro, bianco e nero, integrando i blocchi di luminoso colore primario con il quale Huszar propose di decorare le pareti della stanza. Considerando che il mobile anteriore è composto da elementi lineari simmetrici, attraverso i quali lo spazio fluisce liberamente, la sedia Berlinese è l'assemblaggio asimmetrico di piani che racchiudono lo spazio come un piccolo edificio.
Dimensioni: L x L x H: 57 x 71,5 x 100 cm
Altezza del sedile: 45 cm
Bracciolo: a sinistra o a destra, altezza 70 cm. Realizzata in quercia.
Per il mio modello ho deciso di eseguire uno studio formale della composizione dei piani e delle geometrie. Ho proceduto, quindi, al ridisegno bidimensionale e alla modellazione tridimensionale, in modo tale da poter comprendere la spazialità dell’oggetto.
Ho potuto così ricavare le dimensioni delle singole parti che compongono la Berlin chair e il rapporto esistente di ognuno col quadro generale. La sedia è quindi costruita da otto piani disposti in posizione planare e verticale.
Successivamente ho scelto un pannello di legno multistrato , poi tagliato in otto pezzi  proporzionati all’altezza max stabilita di 40cm, e verniciati, con vernice spray, nei colori nero, bianco e grigio.
Una volta attesi i tempi di asciugatura, ho iniziato a montare il modello con colla bicomponente, ed ecco il risultato.
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Link di riferimento immagini:

domenica 12 febbraio 2012

Polystyrene Red & Blue Chair

E poi mi pongo tre domande: quale bisogno dovrà soddisfare  quest’oggetto? Con quale materia e quali strumenti lo si può realizzare? Con quale forma?” 
ENZO MARI, 25 Modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, Marzo 2011, 1° ediz., cap. VI, pag.53
Vorrei rispondere a una delle tre domande che Enzo Mari si pone ogni volta che realizza un oggetto, poiché, in questo esempio, la prima e la terza domanda  hanno già avuto una risposta.
Mi soffermo dunque sul secondo quesito: “Con quale materia e quali strumenti lo si può realizzare? 
Ormai, dopo molti esempi proposti sarebbe stato scontato scegliere ancora il legno come materiale; così perlustrando il garage di casa mia, dove mio fratello ha la capacità di conservare tutto, anche i granelli di sabbia, ho trovato un abbondante quantità di EPS, comunemente chiamato polistirolo ed ho deciso quindi di realizzare il modellino della mia sedia proprio con questo materiale: facile da tagliare e altrettanto facile da assemblare. 
Gli strumenti usati, invece, sono stati l’ormai amico di viaggio taglierino e dei chiodini e stuzzicadenti per assemblare il tutto.
 Font:  

La Tulip Chair


Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale.”
ETTORE SOTTSASS, Nel mondo degli oggetti, conversazione del 10 marzo 2004, "Domus", n. 869, aprile 2004

La Tulip Chair  è considerata un classico del design industriale. E’ stata progettata  da Eero Saarinen nel 1956  per la Knoll International, un’azienda di mobili di New York City. Questa sedia fa parte della fortunatissima serie Tulip composta da tavoli e sedute dalla caratteristica forma a calice con base a stelo. Il successo di questa serie è dovuto proprio all’eliminazione delle gambe dei tavoli e delle sedie.
Il design della sedia scaturisce dalla ricerca |contest “organic design in home furnishing collection” [design organico per l’arredamento d’interni] organizzato dal MOMA di New York.
La sedia è composta da un piedistallo realizzato in alluminio presoffuso laccato in Rislan,  una scocca stampata in fibra di vetro e un cuscino asportabile imbottito in schiuma con chiusura a velcro. Le dimensioni standard della Tulip Chair sono: 48 cm x 58 cm x H 81cm. Può essere fissa o girevole.
Si è aggiudicata anche dei premi quali: Museum of Modern Art Award, 1969; Federal Award for Industrial Design, 1969; Design Center Stuttgart Award, 1962.
Fasi di realizzazione:

Per realizzare la Tulip Chair  ho disegnato la sagoma della sedia su un pannello in pvc da 2 mm (1);  l’ ho ritagliata (2);  successivamente ho riscaldato il pvc con una pistola termica (3) che in questo modo diviene facile da modellare (4), poi con l’aiuto di un elemento a sezione circolare  ho girato i bordi della sedia (5).
Per la base della sedia ho invece usato il polistirolo. Grazie all’utilizzo di un macchinario professionale ho tagliato il piedistallo (7-8), poi per renderlo più resistente ho passato un doppio strato di resina (9), successivamente  l’ho lavorato con  la carta abrasiva (10) e dipinto di bianco (11).

Per quanto riguarda il cuscino ho usato del lino rosso e della fibra di poliestere per l’imbottitura. 
Dopo aver fatto asciugare la base, ho incollata alla parte superiore alla seduta. 
Fonti:

Paper Berlin Chair

Progettata da Rietveld nel 1923 su richiesta del pittore Vilmos Huszar per il Juryfreie Kunstschau (Berlin Art Exhibition), la Berlin chair è composta da elementi piani dipindi in grigio neutro, bianco e nero.
Durante la seconda guerra mondiale la sedia è stata dipinta di nero da Rietveld stesso. Nel 1975, su richiesta della Bertus Mulder, responsabile per il restauro di casa Schröder a Utrecht, è stata ridipinta nella combinazione originale da Gerard van de Groenekan.
La Berlin Chair è costruita quasi interamente con tavole piatte, ed è la più scultorea, oltre che architettonica sedia di Rietveld. I suoi elementi anticipano le forme di casa Schröder, completata nell'anno successivo.
Fedele ai principi del neoplasticismo, lo stile di Rietveld si esprime nella modulazione geometrica dello spazio ottenuta per mezzo della scansione di piani, sui quali agisce il "peso" diverso dei colori fondamentali.
Dopo aver preso visione del materiale  lasciato  per la seconda esercitazione  dalla  Prof. Arch. Cecilia Poilidori (vedi sito specifico  http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-5-2-esercitazione.html) scelgo di realizzare  una  Paper Berlin Chair.
Il mio modellino sarà interamente costruito in cartoncino, secondo  gli schemi che  ho realizzato dopo aver studiato la sedia originale. Così  facendo  sarà tutto un incastro e incollaggio dei pezzi  che compongono la sedia.
Dopo aver disegnato gli schemi delle  parti che compongono la sedia, riporto le misure direttamente sui cartoncini, nei medesimi colori della sedia, grigio, nero e bianco.
Successivamente ritaglio le diverse parti e le piego seguendo gli spessori riportati sui cartoncini. Infine unisco le componenti con dello scotch biadesivo e della colla per far si che il cartoncino aderisca perfettamente. 

Dopo aver fatto aderire per bene le superfici tra loro, le compongo per assemblare la sedia. 
Scotch biadesivo ed Attack. In seguito, dopo aver montato la sedia, utilizzo dei lacci per fermare le parti meno salde e farle asciugare per bene.

Ed infine, ecco la mia Paper Berlin Chair finita!
Link di riferimento