Berlin Chair di Gerrit Thomas Rietveld
Strutture scomposte. Giochi di linee, superfici e colori primari. Fedele ai principi del neoplasticismo, lo stile di Rietveld si esprime nella modulazione geometrica dello spazio ottenuta per mezzo della scansione di piani, sui quali agisce il "peso" diverso dei colori fondamentali: nero, rosso, giallo, blu e bianco.
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Berlin Chair in esposizione
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Egli applicò alla terza dimensione i concetti del movimento del De Stijl. Sviluppata dal pittore Piet Mondrian e dall'architetto Theo Van Doesburg, questa nuova corrente artistica prese l'avvio dal cubismo e si legò a un rigido ordine geometrico. Le forme erano austere, composte da elementi semplici: linee, quadrati e, tra i colori, quelli primari. La terza dimensione che Rietveld proponeva era priva di volume.Sia nei suoi arredi, che nelle sue architetture, piani e linee erano distribuiti in modo da toccarsi e mai intersecarsi.
Link di riferimento:
Per la realizzazione della seconda esercitazione ho utilizzato il materiale lasciato dalla Prof. Arch. Cecilia Polidori sul sito Lezioni di design: Twice Disegn Lesson -
Ho iniziato con riportare in digitale le immagini, ricavando le esatte misure; successivamente ho disegnato e ritagliato i singoli pezzi sul cartoncino. Il passo successivo consiste nell’avvolgere interamente i pezzi con lo spago e una volta terminata questa operazione, bisognerà ricoprire il tutto con uno strato di colla vinilica e acqua per irrobustire i componenti della sedia. Occorre lasciare asciugare i singoli pezzi e successivamente procedere alla colorazione tramite una bomboletta spray. Infine, asciugatosi i pezzi, si passa all’assemblaggio fino ad ottenere l’oggetto desiderato.
Ecco come:
Così affermava nel 1953 il designer George Nelson: «Tutte le idee profondamente originali, tutte le rivoluzioni in materia di design, tutte le sperimentazioni di materiali nuovi, tutte le innovazioni tecnologiche relative alla produzione di mobili, hanno trovato la loro espressione più compiuta nella sedia». In questo modo egli sintetizzava un dato importante: l’evoluzione tecnologica ed estetica che caratterizza l’industrial design si riflette pienamente in quella della sedia, elemento d’arredo con cui si sono misurati tutti i maggiori designer.
Perché l’utilizzo di questo materiale?
L’idea che sta alla base di questa realizzazione è quella di voler riportare in luce gesti antichi che si sono ripetuti nei secoli: manualità che oggi va scomparendo. Ecco come si procedeva un tempo… ed è questa la tecnica che io ho voluto applicare alla mia “Berlin Chair” personalizzata, con l’intento di ottenere una dissonanza con l’originale oggetto di design.