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venerdì 28 ottobre 2011

4. E.M. ippogrifo di Astolfo

"Io potevo solo sognare, e vedevo quel Guzzino come l'ippogrifo di Astolfo."
Da Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, 1° ediz. cap II pag 18


dall'Orlando Furioso dell'Ariosto (canto VI):
18. Quello ippogrifo, grande e strano augello,
Lo porta via con tal prestezza d'ale,
Che lascieria di lungo tratto quello
Celer ministro del fulmineo strale.
Non va per l'aria altro animal sì snello,
Che di velocità gli fosse uguale:
Credo ch'a pena il tuono e là saetta
Venga in terra dal ciel con maggior fretta.

Orlando è divenuto pazzo per amore. Il duca Astolfo decide allora di volare sulla Luna con l’Ippogrifo (cavallo magico alato) per recuperare il senno di Orlando.

Ippogrifo. Appartenente alla mitologia greco-romana, ha zampe posteriori e corpo di cavallo o di leone; testa, collo, ali e zampe anteriori d’aquila o di avvoltoio.
La figura dell'ippogrifo venne ideata dall'Ariosto basandosi sulla metafora latina di Virgilio "incrociare grifoni con cavalli". Secondo il mito, infatti, i due animali sarebbero stati nemici naturali.Negli scenari fantastici in cui sono presenti, infatti, sono animali molto rari, proprio per questa inimicizia tra grifoni e cavalli.