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venerdì 28 ottobre 2011

E.M. ippogrifo di Astolfo Caterina Scrive...




Quando leggo un libro, qualsiasi esso sia, vengo sempre colpita, mi immedesimo e rifletto.
Quindi ho pensato di scrivere le mie riflessioni riguardo una frase del libro di Enzo Mari, relative alle parole chiave che hanno avuto maggiore impatto su di me rispetto alle altre:
"Io potevo solo sognare, e vedevo quel Guzzino come l'ippogrifo di Astolfo... "
(ENZO MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, 1a ediz. pag. 18).
Ho trovato particolarmente interessante il paragonare un mezzo di trasporto materiale ad una figura mitologica.
L'Autore desidera una motocicletta incantevole, abile ed accattivante per il suo tempo. Il desiderio è talmente grande che gli permette di vedere in essa un VEICOLO STRAORDINARIO: l'ippogrifo con il quale Astolfo partì alla ricerca del senno di Orlando sulla Luna.
Il nostro satellite è ed era una meta abbastanza lontana e particolare da raggiungere, è evidente che per arrivarci Astolfo aveva bisogno di un mezzo altrettanto particolare.
Credo che con questa frase, l'Autore riesca a far sognare anche noi, riesca ad entrare nelle nostre menti per riportarci la bellezza e lo stupore delle linee, delle forme, dei materiali del Guzzino attraverso un'immagine irreale e fantastica, cioè il connubio delle creature, degli esseri viventi che danno vita all'ippogrifo.
Vorrei proporre un ulteriore paragone: forse per l'Autore il possedere un Guzzino era una meta irraggiungibile quanto la forte passione amorosa di Orlando, un fuoco che brucia e arde nel corpo e nell'anima, talmente forte da essere capace di spegnere il lume della ragione?
Credo che l'Autore spedisca noi verso un nuovo e reale viaggio, in un posto che potrebbe sembrare banale ma che ritengo addirittura più esclusivo della Luna: fuori e dentro di noi.
Interpreto questa frase come un invito da parte dell'Autore a perdere il senno e non solo rivivendo tra le righe del suo libro la sua stessa immagine ma imparando da essa ed operando gli insegnamenti nella vita reale.
LogoBisogna perdere il senno non essendo superficiali, osservando ciò che ci circonda attraverso quelle che sono le forme, i colori, le qualità degli oggetti, scavando dentro di essi. Questo produrrà dentro di noi desideri forti e impetuosi da farci perdere la ragione. Infine, sarà necessario elaborare dentro le nostre menti quelli che sono stati i sogni per tornare con il senno di poi dalla Luna sulla Terra.








Immagine in alto a sinistra tratta da: http://www.google.it/imgres?