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lunedì 9 gennaio 2012

Berlin Chair: esempio di design artigiano

Gerrit Thomas Rietveld è uno dei principali esponenti del Neoplasticismo, un movimento artistico che nasce intorno al 1914. Egli  si ispira molto  alle idee elaborate dal pittore Piet Mondrian applicandole al tridimensionale, creando così architetture dinamiche per mezzo di superfici asimettriche e sfalsate. Rietvield nella sua produzione architettonica trasforma tutto in lastre orizzontali e verticali che ricomposte tra loro generano un nuovo concetto d’involucro e bucatura facendo scomparire così la gerarchia tra le parti.
Durante la sua vita Rietveld si dedicò sopratutto alla produzione di arredi e mobili,  attraverso i quali dimostrò la possibilità di un’organizzazione architettonica aperta. L'asimmetria e la costruzione con superfici, elementi che lo contraddistinguono, vengono perfettamente sintetizzati nella famosa Berlin chair.
La Berlinese è stata progettata appositamente per la sala espositiva di Rietveld e Huszar a Berlino nel1923. Questa sedia asimmetrica (il cui primo  progetto risale al 1923) è ora realizzata secondo il suo ultimo disegno. Il materiale che utilizza è legno di quercia di altissima qualità che viene poi dipinto con i colori nero, grigio e bianco.
“Il progetto deve essere semplice e pensato con le mani”
                                                                                                                                  Gerrit Rietveld
Infatti la ricerca architettonica di Rietveld si basava sulla sperimentazione, e proprio da questa sperimentazione sono partita per comprendere la costruzione della Berlinese.

Perciò comincio ad osservare e studiare un celebre quadro di Mondrian, pittore che ha influenzato molto la produzione di Rietveld. Da questo passo alla Berlinese, scomponendo, analizzando e ricomponendo gli otto elementi  di cui è costituita.      
Per verificare il corretto dimensionamento degli elementi dalla carta passo al digitale. Progetto il modello tridimensionale della sedia.
Una volta analizzato e conosciuto l’oggetto, il passo successivo è quello della costruzione.
Bibliografia di riferimento
K. Frampton, Storia dell’architettura moderna, 4° ediz., Zanichelli, Bologna 2008, cap. 16 pag. 164
Link immagini Casa Schroder