Sin dai tempi più antichi, dagli egiziani ai più moderni frattali, esiste una proporzione divina che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose. Dalla geometria all'architettura, dalla pittura alla musica, fino alla natura del creato possiamo osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un rapporto che è stato definito pari a 1,6180339887...(o anche chiamato “numero d'Oro”). Fu nell'Ottocento che alla "Divina proporzione" venne dato il nome di "Sezione aurea".
La Sezione Aurea così si scopre e diviene paradigma; un modello di riferimento, un termine di paragone. La ritroviamo, consciamente o inconsciamente, in tutto ciò che riguarda l’ Architettura e il Design, “dal cucchiaio alla città” per citare E. N. Rogers, cioè in tutto ciò che è dentro il campo d’azione di un architetto, di un designer. Diviene qualcosa di inafferrabile ma allo stesso tempo ritrovabile in ogni cosa; diviene polisemica o sinsemantica, portatrice in se stessa di più significati o che assume un significato più concreto e forte se legata ad un contesto architettonico o di design.
Figura importantissima di questo periodo è Le Corbusier, architetto, pittore, urbanista e designer. Protagonista del II CIAM del 1929, egli affronta il tema dell’ Existenzminimum, (l'abitazione per il minimo vitale), basandosi su una scala di proporzioni chiamata Modulor (“Modulo d’ Oro” appunto), uno dei più riusciti tentativi di trovare proporzioni matematiche all'interno del corpo umano e usare queste conoscenze per migliorare sia l'estetica che la funzionalità dell'architettura. Con questi rapporti misurò una certa quantità di opere riscontrando che in tutte le costruzioni più belle di tutti i tempi c'è il rispetto della proporzione aurea nelle singole parti e nell'insieme. Usa il Modulor per moltissimi suoi progetti, tra i quali Villa Savoye e la celebre Unité d’Habitation di Marsiglia, realizzata tra il 1947 ed il 1953.
Le Corbusier non si limata a progettare “l’abitazione per il minimo vitale” ma all' Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes a Parigi nel 1925, nel suo "Pavillon de l'Esprit Nouveau", egli presenta una casa da lui considerata come parte di una macchina da abitare: esternamente un cubo rigido con grandi superfici di vetro a forme geometriche ed una terrazza ricavata internamente alla figura stessa, all'interno un salone aperto con una galleria adibita a stanza da letto. Il locale veniva suddiviso solo da contenitori modulari componibili, i "casiers standard" creati da Le Corbusier e prodotti da Cassina, collocati liberamente nella stanza. Sono contenitori componibili, intercambiabili, accostabili in altezza e lunghezza, adatti per arredare spazi domestici e di lavoro. Questi possono essere incorporati ai muri, appoggiati ad essi o servire da elementi divisori fra un ambiente e l'altro. L’architetto francese non parla di mobili ma di "équipement", cioè di equipaggiamento, una sistemazione, secondo le esigenze domestiche, dei diversi elementi necessari, tramite una chiara analisi del loro compito. I "casiers" venivano adattati al loro uso specifico per mezzo di ripiani di vetro, di scomparti di legno e di metallo oppure - come in cucina - con grate di legno per la frutta e la verdura. Gli armadi venivano chiusi con sportelli in lamiera d'acciaio smaltate o lucidate, o con porte scorrevoli di vetro stampato.
Sempre assieme a Cassina, Le Corbusier progetta e produce la “Chaise Longue". Il prototipo è del 1928, e costituisce un fondamentale contributo alla storia del design. Anche in questo caso la forma è modulata sulla sezione aurea ed ha un sistema d’appoggio strutturato nel modo più semplice e ergonomico. Un piedistallo in acciaio che sostiene la culla in acciaio cromato. Per la sua forma curva è in grado di oscillare, assecondando la posizione di maggiore o minore inclinazione del corpo. E’ completata da un’esile materassino e da un poggiatesta imbottito di forma cilindrica. Niente più dell’essenziale.
Il nome Cassina è associato anche ad un’altra famosa poltrona, la Red & Blue di Rietveld, un architetto olandese tra i maggiori esponenti del celebre movimento del neoplasticismo o “De Stijl” che si ispirò alle idee del pittore connazionale Piet Mondrian, soprattutto per il geometrismo asimmetrico e per il dialogo tra i colori primari.
Gli artisti di questa corrente si concentrarono sull’idea di un linguaggio che trasmettesse positività grazie ad un equilibrio puramente visivo, fatto di asimmetrie e ricerche verso l’essenza e la struttura degli oggetti. Queste istanze sono particolarmente evidenti nella poltrona Red and Blue, che è infatti considerata uno dei simboli del movimento De Stijl. La poltrona, anch’essa impostata sulla Sezione Aurea, sembra infatti il telaio di una qualunque seduta, ridotta all’osso e alla sua prima spinta creatrice. “La sedia”, disse Rietveld, “fu costruita con lo scopo di dimostrare che con semplici pezzi lavorati a macchina era possibile fare qualcosa di bello, una creazione spaziale”. La versione colorata è del 1923. La sedia Red and Blue è quindi l’esemplificazione della ricerca di funzionalità e di trasparenza ma anche della positività trasmessa dai colori primari e dall’insieme di linee geometriche che compongono il risultato finale. Il design concilia la ricerca estetica con il desiderio di utilizzare i vantaggi dati da particolari materiali per un concetto ancora recente di produzione industriale. La Red Blue Chair entra a far parte della collezione del MoMA, Museum of Modern Art di New York e nel 1972 la famiglia Ritveld concede alla ditta Cassina l’esclusiva mondiale di produrre e vendere i mobili e tutti gli oggetti di arredo progettati del maestro.
E si potrebbe ancora andare avanti a snocciolare una lunghissima lista di “oggetti” di design o anche di uso quotidiano in cui l’armonia viene ricercata tramite una geometria e l’uso della Sezione Aurea. Ad esempio la sedia “Tulip” (1940) di Eero Saarinen , la sedia “DCM” (1946) di Charles e Ray Eames , il “vassoio placentarius” prodotto da Alessi nel 1997 o le più moderne musicassette, schede telefoniche, carte di credito e bancomat o le carte SIM dei cellulari.

Riferimenti per testo ed immagini:
http://www.magiadeinumeri.it/Sezione_aurea.htm
http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/sectio_aurea2.htm#NATURA
http://www.ripmat.it/mate/f/fs/fsb.html
http://achieve.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=26
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradigma
http://www.treccani.it/vocabolario/sinsemantico/
http://www.treccani.it/vocabolario/polisemico/
http://www.catalogo.zanichelli.it/Pages/Opera?siteLang=IT&id_opera=0000000006315
http://www.artgalleryinrome.eu/Suprematismo.html
http://www.gbing.it/matematicaearte/pdf/4G_MatGianlu_lecourb1.pdf
http://www.archimagazine.com/dcorbus1.htm
http://atcasa.corriere.it/catalogo/prodotti/Cassina/LC-4.shtml
http://www.pansiniarredamenti.it/i-miti-del-design/la-poltrona-red-and-blue-di-rietveld/
http://www.dominadesign.com/IT/Alessi-vassoio-rettangolare-Placentarius-di-80P.aspx
http://ecosalon.com/a_divine_proportion/
http://www.limitemagazine.com/2009/07/baubike/
Si definisce sezione aurea di un segmento AB la parte di segmento che e' media proporzionale fra tutto il segmento e la parte che resta:
AB : AC = AC : CB
La sezione aurea fu studiata dai Pitagorici. Essi assunsero come loro segno di riconoscimento il Pentagramma, simbolo misterioso e di armonia perché ottenuto dal decagono regolare inscritto in una circonferenza il cui raggio stava in un rapporto aureo col suo lato.
Nel "Timeo" Platone dà la sua definizione della “Divina proporzione”: “… il Componitore ebbe fatto la generazione e questo universo. Egli era buono; e mai in uno buono non nasce invidia, per niuna cosa; e però egli volle che tutte le cose s'approssimassero a lui quanto potevano[..]. E la proporzione fa ciò in forma bellissima: imperocché, quando di tre numeri o corpi o potenze quali si vogliano, il primo sia verso al medio, ciò che il medio è verso all'ultimo; e, novamente, ciò che l'ultimo è verso al medio, il medio sia verso al primo; allora divenendo il medio primo e ultimo, e l'ultimo e il primo divenendo medii, tutti divengon medesimi fra loro necessariamente; e medesimi divenuti fra loro, tutti sono uno”. Quindi la Divina proporzione, il “numero d’Oro”, è quel rapporto che lega “il Componitore” a tutto ciò che Egli crea.

Bruno Munari ribadisce il legame geometrico tra la Sezione Aurea e il quadrato nel suo libro “La scoperta del quadrato”, affermando che “..Nel campo delle arti visive il quadrato è un modulo spaziale nel quale o col quale operatori visuali, ricercatori e sperimentatori trovano vari modi di strutturare le loro opere. Queste misure, compresa la famosa sezione aurea, derivano da interventi sul quadrato, modificandolo in base a precise regole di scomposizione e ricomposizione, derivate dalla suddivisione logica delle sue stesse dimensioni, sia dello spazio interno al quadrato, sia riportando all'esterno alcune sue misure intere o frazionate con l'uso del compasso e della riga.”, riferendosi alla costruzione geometrica del rettangolo aureo.
E proprio dal quadrato, e precisamente dal “quadrato nero su sfondo bianco” (1914-15), Kazimir Malevic inizierà il suo cammino da padre del suprematismo, ovvero “il mondo della non rappresentazione”, dove giunge a descrivere la realtà attraverso la geometrizzazione dello spazio, come astrazione assoluta. Premesse formali del suprematismo furono l‘eliminazione di ogni contenuto realistico e figurativo, sostituito da forme semplici, l’aspirazione all'unificazione di spazio e tempo ed alla eliminazione del punto di vista prospettico e del concetto di simmetria e di ripetitività, alla negazione del volume ed al recupero della bidimensionalità della superficie. Anche Malevic si confronterà in moltissimi dei suoi quadri con la Sezione Aurea, ricercando in essi proporzioni matematiche esatte per disegnare e posizionare le diverse figure geometriche.

Gli artisti e gli architetti utilizzano il rettangolo costruito sulla sezione aurea come modulo per generare forme, come una sorta di mattone ideale, indice di bellezza. In questo modo i moduli non sono solo in armonia tra loro, ma anche in accordo con l'intera opera. Questa convinzione è una di quelle che poi diverranno le basi per le nuove sperimentazioni che investiranno l’architettura e il design agli inizi del Novecento.




Il nome Cassina è associato anche ad un’altra famosa poltrona, la Red & Blue di Rietveld, un architetto olandese tra i maggiori esponenti del celebre movimento del neoplasticismo o “De Stijl” che si ispirò alle idee del pittore connazionale Piet Mondrian, soprattutto per il geometrismo asimmetrico e per il dialogo tra i colori primari.
Gli artisti di questa corrente si concentrarono sull’idea di un linguaggio che trasmettesse positività grazie ad un equilibrio puramente visivo, fatto di asimmetrie e ricerche verso l’essenza e la struttura degli oggetti. Queste istanze sono particolarmente evidenti nella poltrona Red and Blue, che è infatti considerata uno dei simboli del movimento De Stijl. La poltrona, anch’essa impostata sulla Sezione Aurea, sembra infatti il telaio di una qualunque seduta, ridotta all’osso e alla sua prima spinta creatrice. “La sedia”, disse Rietveld, “fu costruita con lo scopo di dimostrare che con semplici pezzi lavorati a macchina era possibile fare qualcosa di bello, una creazione spaziale”. La versione colorata è del 1923. La sedia Red and Blue è quindi l’esemplificazione della ricerca di funzionalità e di trasparenza ma anche della positività trasmessa dai colori primari e dall’insieme di linee geometriche che compongono il risultato finale. Il design concilia la ricerca estetica con il desiderio di utilizzare i vantaggi dati da particolari materiali per un concetto ancora recente di produzione industriale. La Red Blue Chair entra a far parte della collezione del MoMA, Museum of Modern Art di New York e nel 1972 la famiglia Ritveld concede alla ditta Cassina l’esclusiva mondiale di produrre e vendere i mobili e tutti gli oggetti di arredo progettati del maestro.


"D.C.M." di C. & R. Eeames
Riferimenti per testo ed immagini:
http://www.magiadeinumeri.it/Sezione_aurea.htm
http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/sectio_aurea2.htm#NATURA
http://www.ripmat.it/mate/f/fs/fsb.html
http://achieve.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=26
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradigma
http://www.treccani.it/vocabolario/sinsemantico/
http://www.treccani.it/vocabolario/polisemico/
http://www.catalogo.zanichelli.it/Pages/Opera?siteLang=IT&id_opera=0000000006315
http://www.artgalleryinrome.eu/Suprematismo.html
http://www.gbing.it/matematicaearte/pdf/4G_MatGianlu_lecourb1.pdf
http://www.archimagazine.com/dcorbus1.htm
http://atcasa.corriere.it/catalogo/prodotti/Cassina/LC-4.shtml
http://www.pansiniarredamenti.it/i-miti-del-design/la-poltrona-red-and-blue-di-rietveld/
http://www.dominadesign.com/IT/Alessi-vassoio-rettangolare-Placentarius-di-80P.aspx
http://ecosalon.com/a_divine_proportion/
http://www.limitemagazine.com/2009/07/baubike/
http://www.alasrumah.com/furniture/set-of-furniture-by-kamkam/attachment/an-unique-furniture-by-kamkam-2/
http://artisticcomfort.blogspot.com/p/chapter-6.html?zx=7b3fa50fd63def69
MUNARI Bruno, LA SCOPERTA DEL QUADRATO - Più di trecento casi di tutto ciò che ha una ragione di essere quadrato, ed. Scheiwiller, Milano, 1978, pp. 159.
http://artisticcomfort.blogspot.com/p/chapter-6.html?zx=7b3fa50fd63def69
MUNARI Bruno, LA SCOPERTA DEL QUADRATO - Più di trecento casi di tutto ciò che ha una ragione di essere quadrato, ed. Scheiwiller, Milano, 1978, pp. 159.