"Negli anni successivi,inizio a essere chiamato dai grandi architetti milanesi - come Franco Albini,Giò Ponti,i BBPR - per disegnare a mano le tavole prospettiche,e realizzare quelli che oggi si chiamano rendering.Entrare in contatto con loro per me significa ampliare il raggio delle mie conoscenze,arrivare più vicino al mondo del design e della produzione industriale"
Enzo MARI , 25 Modi per piantare un chiodo,ediz.Mondadori, Milano, marzo 2011, 1a edizione, pag 25Giò Ponti è un mondo. Un mondo che rappresenta un secolo, il secolo che è trascorso. Ponti ha progettato edifici, arredamenti, mobili, stoffe, lampade e tanto altro. Ha fondato e diretto riviste, tra cui la più importante è Domus , fondata nel 1928 e abbandonata solo per un breve periodo durante la seconda guerra mondiale.Ha promosso le grandi Triennali degli anno 30, ha scritto articoli e libri, ha insegnato, ha viaggiato , ha costruito in molti paesi, più di ogni altro architetto della sua generazione.
Nel 1948 la Pavoni produce ,su disegno di Giò Ponti con la collaborazione di Antonio Fornaroli ed Alberto Rosselli, la prima macchina da caffè con caldaia orizzontale.
Tale macchina, denominata "La Cornuta" assume una peculiarità estetica dovuta alla messa in evidenza dei gruppi erogatori ,che si stagliano dal gruppo cilindrico del serbatoio.
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Macchina per il caffè Pavoni , 1948 |
Nel 1948 la Pavoni produce ,su disegno di Giò Ponti con la collaborazione di Antonio Fornaroli ed Alberto Rosselli, la prima macchina da caffè con caldaia orizzontale.
Tale macchina, denominata "La Cornuta" assume una peculiarità estetica dovuta alla messa in evidenza dei gruppi erogatori ,che si stagliano dal gruppo cilindrico del serbatoio.
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Rivista Domus n° 360 del 1959 |
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Stoffa Balletto alla Scala per Manifattura JSA , 1950 |
Definire l'opera di Ponti è dunque più difficile che mai. La sua importanza è sempre stata riconosciuta nel preparare le basi per la diffusione del design italiano nel dopoguerra; ma negli anni successivi alla sua morte, avvenuta nel 1979 a Milano ,nella stessa città in cui era nato nel 1891, è stato più difficile valutare esattamente la sua architettura e il suo design.
Ponti affermava che imparare dall'uno porta al successo nell'altro. Quando gli chiedevano se un mobile era "di serie " rispondeva: "lo sarà quando il pubblico lo adotterà". E' soprattutto la leggerezza del tocco che ha fatto sì che il suo lavoro entrasse poco a poco nella coscienza della gente e che
appaia oggi cosi attuale: la Villa Planchart si appoggia con tanta levità sulla collina di Caracas che è stata soprannominata "la farfalla", la facciata della cattedrale di Taranto, traforata fin quasi a scomparire, è chiamata dalla gente del luogo "la vela", e la fortunatissima sedia "Superleggera" che si solleva con un dito, resta nella memoria di chiunque l'abbia provata.
Quest'ultima è stata disegnata nel 1957 ed è stata pensata per essere realizzata in svariate versioni : dalle colorazioni naturali fino ad arrivare alla versione bicolore in cui gli elementi simmetrici del telaio erano verniciati alternativamente nei colori bianco o nero ,esaltandone ulteriormente l'idea di leggerezza.
Oggi non sembra più possibile che un architetto riesca a lavorare con la libertà e la mobilità di cui Ponti ha goduto. Ragione di più per guardare indietro, come faceva lui, per attrezzare meglio e guardare avanti: " il passato non esiste, nella cultura tutto è contemporaneo... Esiste solo il presente. Nel presente ci rappresentiamo il passato e intuiamo il futuro.." ( Giò Ponti ). Dunque l'opera di Ponti si può definire come una personalità e vitalità che ci invitano a tirar fuori le idee del passato perchè possano circolare più liberamente nel futuro.![]() |
Bottiglia Donna per Venini |
appaia oggi cosi attuale: la Villa Planchart si appoggia con tanta levità sulla collina di Caracas che è stata soprannominata "la farfalla", la facciata della cattedrale di Taranto, traforata fin quasi a scomparire, è chiamata dalla gente del luogo "la vela", e la fortunatissima sedia "Superleggera" che si solleva con un dito, resta nella memoria di chiunque l'abbia provata.
Quest'ultima è stata disegnata nel 1957 ed è stata pensata per essere realizzata in svariate versioni : dalle colorazioni naturali fino ad arrivare alla versione bicolore in cui gli elementi simmetrici del telaio erano verniciati alternativamente nei colori bianco o nero ,esaltandone ulteriormente l'idea di leggerezza.
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Posate per Artur Krupp, con manico romboidale |
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Lampada Bilia |
Proprio nel 1948 Ponti riprende in mano la direzione di " Domus", ed è proprio qui che parla di architettura "standardizzata". Un nuovo concetto di arredo, arredi meno ingombranti: lampade, poltroncine leggere, nuovi tessuti stampati, posate non in argento.

Il tavolo da caffè ,Giò Ponti
Ogni segmento mostra lati di colore diverso, riprendendo i toni pontiani della villa di Caracas dalla quale proviene e il tema del diamante, ricorrente a diverse scale nell'opera del maestro.

La sedia Livia, Giò Ponti
LIVIA produzione L'ABBATE e' una sedia con struttura in Faggio massiccio e seduta in compensato. Progettata nel 1937 per arredare la facoltà di Lettere "Livianum" dell'Università di Padova, LIVIA è stata rieditata dal 2005.
Il prodotto è disponibile in 11 colori laccati e in 3 tinte legno differenti.http://www.designcan.it/prodotto/2368/LIVIA__Sedia_in_Faggio
Riferimenti bibliografici:
Marco ROMANELLI, Giò Ponti: a world, ediz. Abitare Segesta, Milano, 2003, pgg.6,12,15,16,37,38
Riferimenti fotografici:
Riferimenti fotografici:
http://i23.ebayimg.com/03/i/001/23/76/257a_35.JPG
http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2011/05/Bottiglia-Donna-per-Venini-Gio-Ponti-Archives.jpg
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